venerdì 13 settembre 2013

"Le vent se lève!... il faut tenter de vivre"

laghetto con riflesso
La settimana è iniziata con una sveglia non sentita.Devo dire però, che non è stato un brutto risveglio, perché accompagnato da un bel sogno, popolato di gente che ho conosciuto, nella realtà, solo di vista, ma che in questo sogno erano esistenze importanti per la mia vita.
Giovedì scorso è ricominciata la scuola, non nei modi migliori, lasciatemelo dire.
Incombe il "Bunka-sai", la festa organizzata dalla scuola e dagli alunni, presente in tutti i licei (e università?), dove estranei, ma soprattutto parenti e amici possono visitare la scuola, girovagando tra le aule trasformate, dagli alunni stessi, in case dell' orrore, piccoli caffè, ristorantini, eccetera... per questo c'è premura nel finire i lavori che verranno venduti a questo evento. Noi primini ci occupiamo del cucire borse e grembiuli da cucina, sui quali abbiamo fatto dei ricami.
In classe siamo stati divisi in sette gruppi da circa sei persone l' uno, ma visto che ci sono alcuni che per quanto iscritti si fanno vedere una volta ogni morte di papa, ci sono gruppi con poche persone e tanti lavori.
Come primo giorno di scuola la professoressa responsabile ha pensato bene di vietarci di tornare a casa fino a lavori finiti. Inutile dire che solo un gruppo è riuscito a tornare a casa circa un' ora dopo il suono della campana.
I sei gruppi rimanenti (tra cui il mio) hanno continuato per ancora un lasso di tempo indefinito, fino a quanto, sconsolata, la professoressa ha deciso di darci il permesso di tornare a casa.
I grembiuli li abbiamo finiti la mattina seguente, mentre la borsa... non saprei dire, se ne sta occupando un ragazzo del gruppo (spero vivamente se ne stia occupando).

puntaspilli
Mi sono resa conto, in questa settimana, che ho perduto il carica batteria della macchina fotografica. Fortunatamente questo è avvenuto dentro le mura di casa, perciò, suppongo, che con una ricerca un poco più approfondita possa saltar fuori.

Nonostante l' inizio abbastanza traumatico della scuola, il resto delle giornate è passato tranquillamente, anzi, molte volte la mattina, me la sono presa con calma arrivando a scuola senza eccessivo anticipo.



風立ちぬ,
immagine trovata su Google.
 Infine la settimana è finita con un film: 風立ちぬ(kazetachinu), nuovo titolo dello Studio Ghibli.
Sono "fresca" di questo film, film che, come dirò più avanti, ha bisogno come minimo di due visioni per iniziare a comprenderlo; perciò può darsi, che più avanti scriva nuovamente su questo lungometraggio.
E' stato tutto molto improvviso, ho deciso quasi all' ultimo di andare al cinema e avendo paura di non arrivare in tempo allo spettacolo, d' un tratto mi sono messa a correre.
Alla biglietteria ho conosciuto una simpatica vecchiettina che anche lei, come me, andava a vedere questo film.
L'ho rincontrata anche all' uscita della sala, in bagno: io mi stavo tamponando gli occhi con un fazzolettino bagnato perché avevo pianto.
Lei mi ha detto qualcosa riguardo il film, non avevo capito bene, ma quando ho fatto per risponderle un nodo alla gola mi ha fermata.
Qualsiasi cosa avessi detto, in quel momento sarei scoppiata nuovamente a piangere.
Le scene di questo film erano così vive dentro di me che non potevo far altro che stare in silenzio a riguardarmele, nella mente, cercano di assorbirle completamente, capirle ancora di più o avrei pianto di nuovo.

Mi è piaciuto davvero molto. E' il film con più sbalzi temporali dello Studio, e ogni tanto si rischia di perdersi tra il sogno e la realtà. Ma che meraviglia.. i colori, i suoni, i gesti e il vento! Lo senti davvero, lo vedi nella tenda che si muove, dalle pagine del libro che non stanno ferme, dai capelli. Nulla è dato al caso, le immagini ti circondano, e non sei più solo uno spettatore al cinema.
Questo è uno di quei film che devi, come minimo, guardarlo due volte per iniziare a comprendere. Dico "iniziare", perché i film dello Studio Ghibli vanno scoperti, a poco a poco, perché ad ogni visione c'è sempre qualcosa di nuovo: questi film, nonostante alcuni siano impressi su pellicole da più di dieci anni, continuano a muoversi, a cambiare, a crescere. Assieme a noi.

Totoro a Odaiba
 



4 commenti:

  1. Ti ho scoperta da poco, mi piace molto come scrivi, sei spontanea e simpatica.
    Adoro lo studio Ghibli, sono stata a Mitaka a vedere il museo e ne sono rimasta incantata, tu ci sei stata?
    Buona vita in Giappone ^_^

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    1. Ciao Grazie mille per il commento! *v*/
      Felice che ti piaccia il blog, spero di averti dato la voglia di seguirmi! ;)
      Anch' io amo lo studio Ghibli, i loro film sono qualcosa di meraviglioso!
      Al museo ci sono stata, ma tanti anni fa.. anche se ogni volta che mi trovo al parco Inokashira faccio sempre un salto all' ingresso del museo, per salutare, da fuori, il robot di "Laputa"! XD
      Grazie! :D

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  2. Ciao, sono tornata a sbirciare!
    Come va laggiù? ^^
    Qui a Torino, il tempo è biricchino, fa bello tutta la settimana per poi piovere nei weekend...uff...voglio scappare!
    Ho fatto tante foto col Robot di Laputa!♥che bello che era!
    Mata ne!;)

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    1. Proprio pochi minuti dopo il tuo commento ho pubblicato un nuovo post! Ahah Tutto abbastanza bene, anche se non ho molto tempo per fare qualcosa... Qui inizia a fare freddino e i tifoni si susseguono!XD

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